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Ad Haiti, le gang armate che controllano il territorio assoldano centinaia di bambini. Minori soli, spesso orfani, o che vedono nelle bande la loro unica possibilità di sopravvivenza. Daniel, Bradley e William, tutti tra i 13 e i 15 anni, lo raccontano direttamente con le loro parole: “Siamo costretti a sparare, ma vorremmo solo giocare”, “Tu non capisci, ma se il capo ti dice di fare una cosa, tu la devi fare, altrimenti ti ammazza”. Eppure, ad Haiti, un miglioramento delle condizioni di vita si può immaginare solo a partire da loro: dai bambini, dai figli di Haiti.