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Antologia di Spoon River.
Tanto si è scritto e tanto si è interpretato questo testo.
Negli anni ’60, la giornalista Fernanda Pivano decise di indagare e visitò Petersburg e Lewistown, le cittadine dell’Illinois che ispirarono Lee Masters, scoprendo che molte delle persone menzionate negli epitaffi erano sepolte nei cimiteri locali.
E scoprì anche che entrambe le comunità avevano all’epoca bandito sia l’autore sia il suo libro per le rivelazioni in esso contenute.
L’Antologia di Spoon River vede la luce nella sua prima edizione nel 1915 ottenendo ai tempi un incredibile successo per un libro di poesia (il primo entusiasta sostenitore fu Ezra Pound). Edgar Lee Masters, che svolge con profitto ma con scarso ardore la professione di avvocato, coglie la palla al balzo per abbandonare l’avvocatura e dedicarsi a tempo pieno alla scrittura, sua autentica passione. Le aspirazioni di Lee Masters vengono tuttavia frenate da un pubblico che non accoglie con lo stesso fervore le sue successive pubblicazioni. Costretto a vivere di conferenze, muore, neanche a dirlo, poverissimo.
Fino a qui una breve storia.
Facciamo un balzo in avanti di poco più di cinquant’anni.
Era il 1971, e un cantautore si disse folgorato dalla raccolta di questi epitaffi. E decise di prenderne una parte aggiungendo la sua interpretazione in testi e musica. Ridando vita nuova a Lee Master, in un certo modo attualizzandolo, e rendendo esplicito il tema universale che traspariva negli epitaffi di Lee Master. Ieri come oggi.
Il cantautore in questione risponde al nome di Fabrizio De André.
Qui la trasmissione completa dagli studi di RadioCityTrieste
Tanto si è scritto e tanto si è interpretato questo testo.
Negli anni ’60, la giornalista Fernanda Pivano decise di indagare e visitò Petersburg e Lewistown, le cittadine dell’Illinois che ispirarono Lee Masters, scoprendo che molte delle persone menzionate negli epitaffi erano sepolte nei cimiteri locali.
E scoprì anche che entrambe le comunità avevano all’epoca bandito sia l’autore sia il suo libro per le rivelazioni in esso contenute.
L’Antologia di Spoon River vede la luce nella sua prima edizione nel 1915 ottenendo ai tempi un incredibile successo per un libro di poesia (il primo entusiasta sostenitore fu Ezra Pound). Edgar Lee Masters, che svolge con profitto ma con scarso ardore la professione di avvocato, coglie la palla al balzo per abbandonare l’avvocatura e dedicarsi a tempo pieno alla scrittura, sua autentica passione. Le aspirazioni di Lee Masters vengono tuttavia frenate da un pubblico che non accoglie con lo stesso fervore le sue successive pubblicazioni. Costretto a vivere di conferenze, muore, neanche a dirlo, poverissimo.
Fino a qui una breve storia.
Facciamo un balzo in avanti di poco più di cinquant’anni.
Era il 1971, e un cantautore si disse folgorato dalla raccolta di questi epitaffi. E decise di prenderne una parte aggiungendo la sua interpretazione in testi e musica. Ridando vita nuova a Lee Master, in un certo modo attualizzandolo, e rendendo esplicito il tema universale che traspariva negli epitaffi di Lee Master. Ieri come oggi.
Il cantautore in questione risponde al nome di Fabrizio De André.
Qui la trasmissione completa dagli studi di RadioCityTrieste