< Neemia 6

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[1] Sanballat, Tobia, Ghesem l' Arabo e gli altri nostri avversari seppero che noi avevamo terminato la riparazione delle mura. Tutte le brecce erano state riparate e mancavano solo i battenti alle porte.
[2] Sanballat e Ghesem mi invitarono a una riunione a Chefirim, un villaggio nella valle di Ono. Era un tranello per farmi del male.
[3] Io mandai loro questa risposta: "Sono ancora troppo impegnato e non posso muovermi. Non intendo abbandonare i lavori e farli interrompere solo per incontrarvi".
[4] Per quattro volte mi invitarono e io diedi sempre la stessa risposta.
[5] La quinta volta Sanballat mi mandò un messaggero: aveva una lettera non sigillata.
[6] C' era scritto: "Tra le popolazioni non Israelite gira una voce che mi ha riferito Ghesem: si dice che tu e i tuoi connazionali state preparando una rivolta e proprio per questo avete ricostruito le mura. Inoltre si dice che tu vuoi diventare re della Giudea
[7] e hai già convinto alcuni profeti: sono pronti a dare l' annunzio a Gerusalemme che tu sei il re della Giudea. La notizia arriverà certamente al re. è meglio che noi ci incontriamo per parlare di tutto questo".
[8] Io gli mandai a dire: "Non c' è niente di vero in quello che scrivi. è tutta una tua invenzione".
[9] Quella gente voleva impaurirei per farci interrompere i lavori. Ma io mi dissi: Andiamo avanti.
[10] Un giorno andai a trovare Semaia figlio di Delaia, nipote di Meetabeel, che si era rinchiuso in casa. Egli mi disse: - Nascondiamoci insieme nel tempio, dentro la sala centrale. Chiudiamo bene le porte: i nemici vogliono ucciderti, certamente di notte verranno.
[11] Gli risposi: - Un uomo come me non corre a nascondersi. Potrei forse entrare nel santuario e aver salva la vita? Non lo farò mai!
[12] Ripensandoci, capii che questo consiglio non veniva da Dio: Sanballat e Tobia l' avevano pagato per questo!
[13] Volevano che io, per paura, compissi quel gesto proibito. Così mi avrebbero disonorato e rovinato.
[14] "O mio Dio, tieni conto di quel che hanno fatto Tobia, Sanballat e anche la profetessa Noadia e tutti gli altri profeti che volevano mettermi paura".
[15] La ricostruzione delle mura fu completata il venticinque del mese di Elul, dopo cinquantadue giorni di lavoro.
[16] Quando i nostri avversari e gli stranieri dei territori vicini se ne resero conto, dovettero arrendersi di fronte ai fatti e riconoscere che l' opera era giunta a buon fine per volontà del nostro Dio.
[17] Ma anche in quei giorni ci fu un fitto scambio di lettere fra Tobia e i nostri capi.
[18] Molti di loro erano imparentati con lui e stavano dalla sua parte. Tobia era il genero di Secania figlio di Arach e suo figlio Giovanni aveva sposato la figlia di Mesullam figlio di Berechia.
[19] Davanti a me molti facevano grandi elogi di Tobia, ma poi andavano a riferirgli i miei progetti. Tobia continuava a mandarmi lettere per farmi paura.