< Giovanni 18

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[1] Dopo queste parole, Gesù uscì con i suoi discepoli e andò oltre il torrente Cèdron dove c' era un giardino. Entrò lì con i suoi discepoli.
[2] Anche Giuda, il traditore, conosceva quel posto, perché spesso Gesù vi aveva riunito i suoi discepoli.
[3] Giuda intanto era andato a cercare i soldati e le guardie messe a disposizione dai capi dei sacerdoti e dai farisei; quando arrivarono sul posto, erano armati e provvisti di fiaccole e lanterne.
[4] Gesù sapeva tutto quello che stava per accadergli. Perciò si fece avanti e disse: - Chi cercate?
[5] Risposero: - Gesù di Nàzaret! Egli dichiarò: - Sono io! Con le guardie c' era anche Giuda, il traditore.
[6] Appena Gesù disse: "Sono io", quelli fecero un passo indietro e caddero per terra.
[7] Gesù domandò una seconda volta: - Chi cercate? Quelli dissero: - Gesù di Nàzaret!
[8] Gesù rispose: - Vi ho detto che sono io! Se cercate me, lasciate che gli altri se ne vadano.
[9] Con queste parole Gesù realizzava quel che aveva detto prima: "Nessuno di quelli che mi hai dato si è perduto".
[10] Simon Pietro aveva una spada: la prese, colpì il servo del sommo sacerdote e gli staccò l' orecchio destro. Quel servo si chiamava Malco.
[11] Allora Gesù disse a Pietro: "Metti via la tua spada! Bisogna che io beva il calice di dolore che il Padre mi ha preparato".
[12] I soldati con il loro comandante, e le guardie ebraiche, presero Gesù e lo legarono.
[13] Poi lo portarono dal sacerdote Anna, suocero di Caifa. Caifa era il sommo sacerdote in quell' anno.
[14] Era stato lui a dire: "è meglio che un solo uomo muoia per tutto il popolo".
[15] Simon Pietro, con un altro discepolo, seguiva Gesù. Quell' altro discepolo conosceva il sommo sacerdote, perciò riuscì a entrare insieme con Gesù nel cortile del palazzo.
[16] Pietro invece rimase fuori vicino alla porta. Allora l' altro discepolo, che conosceva il sommo sacerdote, uscì, parlò alla portinaia e fece entrare anche Pietro.
[17] La portinaia disse a Pietro: - Sei anche tu un discepolo di quell' uomo? Ma Pietro disse: - No, non lo sono.
[18] I servi e le guardie avevano acceso un fuoco di carbone e si scaldavano, perché faceva freddo. Anche Pietro stava insieme con loro vicino al fuoco.
[19] Intanto il sommo sacerdote cominciò a far domande a Gesù sui suoi discepoli e sul suo insegnamento.
[20] Ma Gesù rispose: "Io ho parlato chiaramente al mondo. Ho sempre insegnato nelle sinagoghe e nel Tempio; non ho mai parlato di nascosto, ma sempre in pubblico, in mezzo alla gente.
[21] Quindi, perché mi fai queste domande? Domanda a quelli che mi hanno ascoltato: essi sanno quel che ho detto".
[22] Così parlò Gesù. Allora uno dei presenti gli diede uno schiaffo e disse: - Così rispondi al sommo sacerdote?
[23] Gesù replicò: - Se ho detto qualcosa di male, dimostralo; ma se ho detto la verità, perché mi dai uno schiaffo?
[24] Allora Anna lo mandò, legato com' era, dal sommo sacerdote Caifa.
[25] Intanto Simon Pietro era rimasto a scaldarsi. Qualcuno gli disse: - Mi sembra che tu sei uno dei suoi discepoli. Ma Pietro negò e disse: - Non sono uno di quelli.
[26] Fra i servi del sommo sacerdote c' era un parente di quello che aveva avuto l' orecchio tagliato da Pietro. Gli disse: - Ma io ti ho visto nel giardino, con Gesù!
[27] Ancora una volta Pietro disse che non era vero, e subito un gallo cantò.
[28] Poi portarono Gesù dal palazzo di Caifa a quello del governatore romano. Era l' alba. Quelli che lo accompagnavano non entrarono: per poter celebrare la festa di Pasqua non dovevano avere contatti con gente non ebrea.
[29] Pilato uscì incontro a loro e disse: - Quale accusa portate contro quest' uomo?
[30] Gli risposero: - Se non era un malfattore, non te lo portavamo qui!
[31] Pilato replicò: - Portatelo via e giudicatelo voi come la vostra Legge prescrive. Ma le autorità ebraiche obiettarono: - Noi non siamo autorizzati a condannare a morte.
[32] Così si realizzava quello che Gesù aveva detto quando fece capire come sarebbe morto.
[33] Poi Pilato rientrò nel palazzo, chiamò Gesù e gli chiese: - Sei tu, il re dei Giudei?
[34] Gesù rispose: - Hai pensato tu questa domanda, o qualcuno ti ha detto questo di me?
[35] Pilato rispose: - Non sono ebreo, io. Il tuo popolo e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me: che cos' hai fatto?
[36] Gesù rispose: - Il mio regno non appartiene a questo mondo. Se il mio regno appartenesse a questo mondo, i miei servi avrebbero combattuto per non farmi consegnare alle autorità. Ma il mio regno non appartiene a questo mondo.
[37] Pilato gli disse di nuovo: - Insomma, sei un re, tu? Gesù rispose: - Tu dici che io sono re. Io sono nato e venuto nel mondo per essere un testimone della verità. Chi appartiene alla verità ascolta la mia voce.
[38] Pilato disse a Gesù: - Ma cos' è la verità? Pilato uscì di nuovo e si rivolse agli Ebrei: - Io penso che quest' uomo non abbia fatto nulla di male.
[39] Voi però avete l' abitudine che a Pasqua si metta in libertà un condannato. Volete che io vi liberi il re dei Giudei?
[40] Ma quelli si misero di nuovo a gridare e a dire: - No, non lui, vogliamo Barabba! (Questo Barabba era un bandito).