< Isaia 36

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[1] Nel quattordicesimo anno di regno di Ezechia, Sennacherib, re d' Assiria, assalì le città fortificate del regno di Giuda e le conquistò.
[2] Dalla città di Lachis il re d' Assiria mandò a Gerusalemme, dal re Ezechia, il suo luogotenente con un grande esercito. Gli Assiri si fermarono al canale della vasca superiore che si trovava presso l' argine del campo del Lavandaio.
[3] Da Gerusalemme gli mandarono incontro: il capo del palazzo, Eliakim figlio di Chelkia, il segretario Sebna e il portavoce del re, Ioach figlio di Asaf.
[4] Il luogotenente assiro disse loro: "Riferite a Ezechia questo messaggio del gran re, il re d' Assiria: Perché ti senti tanto sicuro?
[5] Tu pensi che per far guerra i discorsi valgano come un buon piano di battaglia o come il coraggio! In chi poni la tua sicurezza, per osare ribellarti contro di me?
[6] Tu hai fiducia nell' Egitto. Ma l' Egitto è come una canna spezzata; trapassa la mano di chi vi si appoggia. Ecco che cos' è il faraone per chi ha fiducia in lui.
[7] Voi mi risponderete che avete fiducia nel Signore vostro Dio. Ma Ezechia gli ha distrutto tutti i santuari sulle colline e gli altari, e ha detto agli abitanti di Giuda e di Gerusalemme di adorare il Signore davanti a un solo altare!.
[8] "Ezechia, prova a sfidare il mio imperatore, il re d' Assiria! - continuò il luogotenente. - Ti do io duemila cavalli; se riuscirai a trovare gli uomini per cavalcarli.
[9] Per i carri e i cavalli tu conti sull' Egitto: non potrai mettere in fuga uno solo degli ufficiali del mio re, neppure di quelli di grado più basso!
[10] E poi, credi che io abbia fatto una spedizione fin qui, per distruggere questa terra, senza il consenso del Signore? è stato lui a dirmi di marciare contro questa terra e distruggerla!".
[11] Allora Eliakim, Sebna e Ioach risposero al luogotenente: "Parla in aramaico, noi lo capiamo. Non parlare ebraico perché il popolo, sulle mura, sente tutto".
[12] Ma il luogotenente rispose loro: "Tu credi che il mio signore mi abbia mandato a dire queste cose soltanto a te e al tuo re? Riguardano anche la gente seduta sulle mura che sarà costretta, con voi, a mangiare i propri escrementi e a bere la propria orina!".
[13] Il luogotenente si alzò e con voce forte cominciò a dire in ebraico: "Ascoltate il messaggio del gran re, il re d' Assiria:
[14] Attenti a non lasciarvi ingannare da Ezechia. Egli non è in grado di liberarvi dal mio assalto!
[15] E non lasciatevi convincere da lui a confidare nel Signore. Egli vi dirà che il Signore vi salverà e che questa città non cadrà nelle mani del re d' Assiria,
[16] ma voi non dategli retta. Ascoltate invece le parole del re d' Assiria: Arrendetevi al mio successo; così ognuno potrà mangiare la sua uva e i suoi fichi e bere l' acqua del suo pozzo,
[17] fino a quando non verrò a prendervi per portarvi in una terra simile alla vostra, una terra che produce frumento e mosto, che ha pane e vigne.
[18] Non date ascolto a Ezechia; egli vi inganna, dicendovi che il Signore vi libererà. Gli dèi degli altri popoli hanno forse liberato i loro territori dalla mano del re d' Assiria?
[19] Dove sono gli dèi di Camat e di Arpad? E quelli di Sefarvaim? Hanno forse liberato Samaria dalla mia mano?
[20] Nessun dio di nessuna nazione ha mai liberato il suo territorio dalla mia mano! Perché il Signore dovrebbe salvare Gerusalemme?".
[21] Tutti rimasero in silenzio e non dissero neppure una parola, perché il re Ezechia aveva ordinato di non rispondere.
[22] Il capo del palazzo reale Eliakim, figlio di Chelkia, il segretario Sebna e il portavoce del re, Ioach figlio di Asaf, si presentarono al re con i vestiti strappati per il dolore e gli riferirono le parole del luogotenente assiro.