< Genesi 19

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[1] Quando i due angeli giunsero a Sodoma, verso sera, Lot stava seduto alla porta di quella città. Appena li vide si alzò per andar loro incontro. Si inchinò faccia a terra,
[2] poi disse: - Io sono qui per servirvi. Vi prego, venite a casa mia questa notte. Vi potrete lavare i piedi e dormire. Domani di buon mattino vi alzerete e proseguirete il vostro viaggio. - Non è il caso, - essi risposero, - possiamo benissimo trascorrere la notte qui all' aperto.
[3] Lot però insisté tanto che essi si fermarono da lui ed entrarono in casa sua. Egli preparò la cena, fece cuocere dei pani non lievitati, ed essi mangiarono.
[4] Ma prima ancora che fossero andati a dormire, tutti gli abitanti della città di Sodoma, giovani e vecchi, giunti anche dai quartieri più lontani, circondarono la casa.
[5] Gridarono: - Lot, dove sono quegli uomini che sono venuti da te questa notte? Falli uscire! - Dicevano così perché volevano violentarli.
[6] Allora Lot uscì loro incontro, sulla soglia. Si chiuse la porta alle spalle
[7] e disse: - Fratelli miei, vi prego, non fate una simile malvagità.
[8] Datemi ascolto! Io ho due figlie ancora vergini. Ve le porterò fuori e potrete farne quel che vorrete, ma non toccate gli uomini: sono miei ospiti.
[9] -Togliti dai piedi, - gli risposero. E aggiunsero: - Questo individuo, venuto a stare qui come straniero ora ci vuole insegnare quel che dobbiamo fare! Ti tratteremo peggio di loro. Si precipitarono contro Lot e si avventarono per sfondare l' uscio.
[10] Ma i due angeli allungarono le braccia, afferrarono Lot, lo trascinarono in casa e richiusero la porta.
[11] Poi colpirono tutta la gente che stava sulla soglia della casa, giovani e vecchi, con un bagliore accecante. Così si affannarono inutilmente a cercare l' entrata.
[12] I due uomini dissero a Lot:
[13] "Il Signore ci ha mandato per distruggere questo luogo, perché tremenda è la protesta salita fino a lui contro i suoi abitanti. Perciò fa' uscire di qui i tuoi figli, le tue figlie, i tuoi futuri generi, tutti i tuoi che abitano in questa città e ogni altro parente, se ne hai ancora".
[14] Lot andò ad avvertire i suoi futuri generi: "Alzatevi, - disse loro, - lasciate questo luogo, perché il Signore sta per distruggerlo". Ma essi pensavano che Lot stesse scherzando.
[15] L' alba stava appena sorgendo quando quegli uomini fecero premura a Lot. "Sbrigati, - gli dicevano, - prendi tua moglie e le tue due figlie che sono con te e parti, altrimenti morirete nella punizione di questa malvagia città!
[16] Lot era ancora indeciso, ma poiché il Signore voleva risparmiarlo, quegli uomini presero per mano lui, sua moglie e le due figlie, li fecero uscire e li lasciarono fuori della città.
[17] Nel condurli fuori uno di essi diceva a Lot: - Scappa! Ne va della tua vita! Non voltarti indietro. Non fermarti nella pianura! Fuggi in montagna, così non verrai travolto dal disastro.
[18] Ma Lot rispose: - No, mio Signore, ti prego!
[19] Certo tu sei stato favorevole a me che sono tuo servo. Hai avuto verso di me grande benignità conservandomi in vita. Ma io non ce la faccio a salvarmi in montagna, per sfuggire al disastro e non morire.
[20] Vedi quella piccola città? è abbastanza vicina perché io possa raggiungerla. Ti prego, permettimi di rifugiarmi là: è tanto piccola! Così io vivrò.
[21] - Ecco, - gli rispose il Signore, - ti concedo anche questo. Non distruggerò la città che hai indicato.
[22] Presto, corri! Io non potrò agire finché tu non sarai arrivato laggiù. Per questo la città è stata chiamata Zoar.
[23] Il sole si era levato e Lot era giunto a Zoar
[24] quando il Signore fece piovere dal cielo su Sodoma e Gomorra zolfo e fuoco.
[25] Il Signore distrusse quelle città e tutti i loro abitanti, tutta la pianura e la vegetazione del territorio.
[26] Ma la moglie di Lot si voltò indietro a guardare e divenne una statua di sale.
[27] Abramo, alzatosi di buon mattino, andò al luogo dove si era fermato a parlare con il Signore.
[28] Volse lo sguardo su Sodoma e Gomorra e su tutta l' estensione della valle. Vide alzarsi da terra un fumo simile a quello di una fornace.
[29] Così, quando distrusse le città della valle dove Lot aveva abitato, Dio non si dimenticò di Abramo e salvò Lot da quel disastro.
[30] Poi Lot se ne andò da Zoar perché aveva paura di restare lì e si stabilì sulla montagna con le due figlie. Abitò con esse in una grotta.
[31] La maggiore disse all' altra: "Nostro padre è vecchio e qui intorno non ci sono uomini per sposarci come si fa dappertutto.
[32] Vieni, facciamo bere nostro padre e passiamo la notte con lui: così avremo figli da nostro padre".
[33] E in quella stessa notte ubriacarono il padre, e la figlia maggiore andò con lui, ma egli non si rese conto di quel che succedeva.
[34] Il giorno seguente la maggiore disse alla sorella: "La notte scorsa sono andata io con mio padre. Ubriachiamolo di nuovo e questa notte va' tu a dormire con lui: così avremo figli da nostro padre".
[35] Quella notte ubriacarono ancora il padre, e la figlia minore andò con lui, ma egli non si rese conto di quel che succedeva.
[36] Così le due figlie di Lot rimasero incinte del loro padre.
[37] La maggiore partorì un figlio che chiamò Moab: egli è il capostipite degli odierni Moabiti.
[38] Anche la sorella minore partorì un figlio, che chiamò Ben-Ammi: egli è il capostipite degli odierni Ammoniti.