< Atti 9

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[1] Saulo intanto continuava a minacciare i discepoli del Signore e faceva di tutto per farli morire. Si presentò al sommo sacerdote,
[2] e gli domandò una lettera di presentazione per le sinagoghe di Damasco. Intendeva arrestare, qualora ne avesse trovati, uomini e donne, seguaci della nuova fede, e condurli a Gerusalemme.
[3] Cammin facendo, mentre stava avvicinandosi a Damasco, all' improvviso una luce dal cielo lo avvolse.
[4] Allora cadde a terra e udì una voce che gli diceva: - Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?
[5] E Saulo rispose: - Chi sei, Signore? E quello disse: - Io sono Gesù che tu perseguiti!
[6] Ma su, alzati, e va' in città: là qualcuno ti dirà quello che devi fare.
[7] I compagni di viaggio di Saulo si fermarono senza parola: la voce essi l' avevano sentita, ma non avevano visto nessuno.
[8] Poi Saulo si alzò da terra. Aprì gli occhi ma non ci vedeva. I suoi compagni allora lo presero per mano e lo condussero in città, a Damasco.
[9] Là passò tre giorni senza vedere. Durante quel tempo non mangiò né bevve.
[10] A Damasco viveva un cristiano che si chiamava Anania. Il Signore in una visione lo chiamò: - Anania! Ed egli rispose: - Eccomi, Signore!
[11] Allora il Signore gli disse: - Alzati e va' nella via che è chiamata Diritta. Entra nella casa di Giuda e cerca un uomo di Tarso chiamato Saulo. Egli sta pregando
[12] e ha visto in visione un uomo, di nome Anania, venirgli incontro e mettergli le mani sugli occhi perché ricuperi la vista.
[13] Anania rispose: - Signore, ho sentito molti parlare di quest' uomo e so quanto male ha fatto ai tuoi fedeli in Gerusalemme.
[14] So anche che ha ottenuto dai capi dei sacerdoti l' autorizzazione di arrestare tutti quelli che invocano il tuo nome.
[15] Ma il Signore disse: - Va', perché io ho scelto quest' uomo. Egli sarà utile per farmi conoscere agli stranieri, ai re e ai figli d' Israele.
[16] Io stesso gli mostrerò quanto dovrà soffrire per me.
[17] Allora Anania partì, entrò nella casa e pose le mani su di lui, dicendo: "Saulo, fratello mio! è il Signore che mi manda da te: quel Gesù che ti è apparso sulla strada che stavi percorrendo. Egli mi manda, perché tu ricuperi la vista e riceva lo Spirito Santo".
[18] Subito dagli occhi di Saulo caddero come delle scaglie, ed egli ricuperò la vista. Si alzò e fu battezzato.
[19] Poi mangiò e riprese forza. Saulo rimase alcuni giorni a Damasco insieme ai discepoli,
[20] e subito si mise a far conoscere Gesù nelle sinagoghe, dicendo apertamente: "Egli è il Figlio di Dio".
[21] Quanti lo ascoltavano si meravigliavano e dicevano: "Ma costui non è quel tale che a Gerusalemme perseguitava quelli che invocavano il nome di Gesù? Non è venuto qui proprio per arrestarli e portarli dai capi dei sacerdoti?".
[22] Saulo diventava sempre più convincente quando dimostrava che Gesù è il Messia, e gli Ebrei di Damasco non sapevano più che cosa rispondergli.
[23] Trascorsero così parecchi giorni, e gli Ebrei fecero un complotto per uccidere Saulo;
[24] ma egli venne a sapere della loro decisione. Per poterlo togliere di mezzo, gli Ebrei facevano la guardia, anche alle porte della città, giorno e notte.
[25] Ma una notte i suoi amici lo presero, lo misero in una cesta e lo calarono giù dalle mura.
[26] Giunto in Gerusalemme, Saulo cercava di unirsi ai discepoli di Gesù. Tutti avevano paura di lui perché non credevano ancora che si fosse davvero convertito.
[27] Ma Bàrnaba lo prese con sé e lo condusse agli apostoli. Raccontò loro che lungo la via il Signore era apparso a Saulo e gli aveva parlato, e che a Damasco Saulo aveva predicato con coraggio, per la forza che gli dava Gesù.
[28] Da allora Saulo poté restare con i credenti di Gerusalemme. Si muoveva liberamente per la città e parlava apertamente nel nome del Signore.
[29] Parlava e discuteva anche con gli Ebrei di lingua greca, ma questi cercavano di ucciderlo.
[30] I credenti, venuti a conoscenza di questi fatti, condussero Saulo a Cesarèa e di là lo fecero partire per Tarso.
[31] La Chiesa allora viveva in pace in tutta la Giudea, la Galilea e la Samaria. Si consolidava e camminava nell' ubbidienza al Signore e si fortificava con l' aiuto dello Spirito Santo.
[32] In quel tempo Pietro andava a visitare tutte le comunità. Si recò anche dai credenti della città di Lidda.
[33] Qui trovò un certo Enea che da otto anni non poteva muoversi dal letto perché era paralitico.
[34] Pietro gli disse: "Enea, Gesù Cristo ti guarisce: alzati e metti in ordine il tuo letto". E subito il paralitico si alzò.
[35] Gli abitanti di Lidda e della pianura di Saròn videro questo fatto e si convertirono al Signore.
[36] Tra i credenti di Giaffa vi era una certa Tabità (in greco Dorca), nome che significa "Gazzella": essa faceva molte opere buone e dava molto in elemosina.
[37] Proprio in quei giorni si ammalò e morì. Allora i parenti presero il suo corpo, lo lavarono e lo deposero in una stanza al piano superiore della casa.
[38] Lidda era una città vicino a Giaffa. I discepoli seppero che Pietro si trovava là e mandarono da lui due uomini. Questi gli dissero: "Vieni presto da noi!".
[39] Pietro si mise subito in viaggio con loro. Appena arrivato lo condussero al piano superiore della casa. Gli andarono incontro tutte le vedove: piangendo mostravano a Pietro le tuniche e i mantelli che Tabità faceva quando era con loro.
[40] Allora Pietro fece uscire tutti dalla stanza, si mise in ginocchio e pregò. Poi rivolto alla morta disse: "Tabità, alzati". La donna aprì gli occhi, guardò Pietro e si sedette.
[41] Dandole la mano, Pietro la fece alzare; poi chiamò i credenti e le vedove e la presentò loro viva.
[42] In tutta la città di Giaffa si venne a sapere di questo fatto, e molti credettero nel Signore.
[43] Pietro rimase a Giaffa parecchi giorni in casa di un certo Simone che faceva il conciatore di pelli.