< Atti 7

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[1] Il sommo sacerdote domandò a Stefano: "è vero quello che dicono i tuoi accusatori?".
[2] Stefano allora rispose: "Fratelli e padri, ascoltatemi! Il nostro Dio, al quale appartengono l' onore e la gloria, si manifestò ad Abramo, nostro antico padre, quando si trovava in Mesopotamia e non era ancora andato ad abitare nella terra di Carran.
[3] Gli disse: Esci dalla tua terra, lascia la tua famiglia e va' nella terra che io indicherò.
[4] "Abramo allora abbandonò la terra dei Caldei e andò ad abitare nella regione di Carran. Poi il padre di Abramo morì e Dio lo fece emigrare in questa terra nella quale adesso abitate voi.
[5] Ma in essa non gli diede alcuna proprietà, neppure un metro di terra; gli promise invece che l' avrebbe data in proprietà più tardi a lui e ai suoi discendenti: ma a quel tempo Abramo non aveva figli.
[6] Poi Dio gli disse: "I tuoi discendenti andranno ad abitare in una terra straniera: là saranno ridotti in schiavitù e oppressi per quattrocento anni.
[7] Ma io punirò quel popolo che li avrà fatti diventare schiavi. Allora potranno uscire e mi adoreranno in questo luogo".
[8] "Così disse il Signore, poi fece con Abramo quell' alleanza che ha per segno la circoncisione. E così Abramo ebbe un figlio, Isacco, e lo circoncise l' ottavo giorno. Poi Isacco generò Giacobbe e Giacobbe generò i dodici patriarchi.
[9] "I patriarchi erano invidiosi di uno di loro, Giuseppe; lo vendettero come schiavo e fu portato in Egitto. Ma Dio era con lui,
[10] e lo liberò da tutte le sue tribolazioni: lo fece diventare sapiente e lo rese simpatico al faraone, re d' Egitto, il quale perciò nominò Giuseppe governatore dell' Egitto e amministratore di tutti i suoi beni.
[11] Poi, in tutto l' Egitto e nella terra di Canaan ci fu una grande carestia. La miseria era grande e i nostri padri non trovavano nulla da mangiare.
[12] Giacobbe, però, aveva saputo che in Egitto c' era ancora del grano: allora vi mandò i nostri padri a comprarlo.
[13] Quando tornarono la seconda volta, Giuseppe si fece riconoscere dai suoi fratelli, e così il faraone venne a sapere di che stirpe era Giuseppe.
[14] Giuseppe allora mandò a chiamare Giacobbe suo padre e tutta la sua parentela: settantacinque persone in tutto.
[15] Giacobbe si recò in Egitto e più tardi morì, lui e tutti i nostri antenati.
[16] I loro corpi furono trasportati nella città di Sichem e furono deposti nel sepolcro che Abramo aveva comprato e pagato in denaro dai figli di Emor, in Sichem.
[17] "Mentre si avvicinava il tempo nel quale Dio avrebbe realizzato la promessa fatta ad Abramo, il popolo cresceva e si moltiplicava in Egitto.
[18] Un giorno un nuovo re, che non sapeva nulla di Giuseppe, salì sul trono d' Egitto.
[19] Questo re perseguitò la nostra gente e agì astutamente contro di essa: costrinse i nostri padri ad abbandonare i loro bambini per farli morire.
[20] In quel tempo nacque Mosè, un bambino straordinariamente bello. Per tre mesi fu allevato nella casa di suo padre.
[21] Ma quando fu abbandonato, la figlia del faraone lo raccolse e lo allevò come fosse suo figlio.
[22] Così Mosè imparò tutte le scienze degli Egiziani e divenne un uomo importante, sia per quel che diceva sia per quel che faceva.
[23] "Quando giunse all' età di quarant' anni, Mosè sentì il desiderio di conoscere la sua gente, il popolo d' Israele.
[24] Andò da loro e vide uno che veniva maltrattato da un Egiziano: lo difese e, per vendicarlo, uccise l' Egiziano.
[25] Mosè pensava che i suoi fratelli di razza avrebbero capito che, per mezzo di lui, Dio intendeva salvarli dagli Egiziani. Ma essi non capirono.
[26] Il giorno dopo si presentò in mezzo a loro mentre stavano litigando e si dava da fare per metterli in pace. Diceva loro: Non sapete che siete fratelli? Perché vi insultate tra di voi?
[27] Ma colui che stava maltrattando il suo vicino lo respinse dicendo: Chi ti ha fatto capo e giudice sopra di noi?
[28] Vuoi forse uccidermi, come ieri hai ucciso quell' Egiziano?
[29] Sentendo queste parole, Mosè fuggì e andò ad abitare nella terra di Madian e là ebbe due figli.
[30] "Quarant' anni dopo, quando era nel deserto del monte Sinai, gli apparve un angelo tra le fiamme di un cespuglio che bruciava.
[31] Mosè rimase stupito per questa visione, e mentre si avvicinava al cespuglio per vedere meglio, udì la voce del Signore che diceva:
[32] Io sono il Dio dei tuoi padri, il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe. "Tutto tremante, Mosè non osava alzare lo sguardo.
[33] Ma il Signore gli disse: Togliti i sandali, perché il luogo in cui stai è terra santa.
[34] Ho visto il mio popolo duramente maltrattato in Egitto, ho udito i loro gemiti e sono venuto a liberarli. Ora vieni: voglio mandarti in Egitto.
[35] "Quest' uomo, Mosè, è colui che gli Israeliti avevano rinnegato dicendo: Chi ti ha nominato capo e giudice?: proprio lui Dio ha mandato come capo e salvatore, per mezzo dell' angelo che gli era apparso nel cespuglio.
[36] Egli li fece uscire dall' Egitto, facendo prodigi e miracoli in quel paese, nel mar Rosso e nel deserto, per quarant' anni.
[37] Egli è quel Mosè che disse al popolo d' Israele: Dio farà sorgere un profeta come me e sarà uno del vostro popolo.
[38] Egli è colui che, mentre erano radunati nel deserto, fece da intermediario tra l' angelo che gli parlava sul monte Sinai e i nostri padri. Egli ricevette da Dio parole capaci di dare la vita e le comunicò a noi.
[39] "Ma i nostri padri non vollero ascoltarlo, anzi lo respinsero e desiderarono ritornare in Egitto.
[40] Dicevano infatti ad Aronne: Facci degli dèi che possano camminare davanti a noi, perché non sappiamo che cosa sia capitato a questo Mosè che ci ha condotto fuori dell' Egitto.
[41] E in quei giorni si fecero un vitello d' oro, offrirono sacrifici a quell' idolo e furono contenti di quanto avevano fatto con le loro mani.
[42] Allora Dio si allontanò da loro, li abbandonò a se stessi, e così adorarono gli astri del cielo come sta scritto nel libro dei Profeti: Voi, o popolo d' Israele, avete offerto vittime e sacrifici per quarant' anni nel deserto, ma non a me.
[43] Avete invece preferito la tenda di Mòloc e la stella del dio Refàn: tutte immagini che vi siete fabbricati per adorarle! Perciò io vi castigherò e vi porterò al di là di Babilonia.
[44] "I nostri padri nel deserto avevano la tenda dell' incontro, nella quale Dio parlava con Mosè. Dio stesso aveva ordinato a Mosè di costruirla secondo un modello che gli aveva indicato.
[45] Essa fu poi consegnata ai nostri padri ed essi, sotto la guida di Giosuè, la portarono con loro quando conquistarono la terra dei pagani che Dio cacciò davanti a loro. Così rimase fino ai tempi di Davide.
[46] "Davide ottenne il favore di Dio e chiese di poter costruire una casa per il Dio di Giacobbe.
[47] Ma fu il re Salomone che costruì una casa al Signore.
[48] Dio Onnipotente però non abita in edifici costruiti dalle mani dell' uomo. Lo dice anche il profeta:
[49] Il cielo è il mio trono e la terra è lo sgabello per i miei piedi. Quale casa potrete mai costruirmi, dice il Signore, o quale sarà il luogo del mio riposo?
[50] Non sono stato io a fare tutte queste cose?
[51] "Testardi! I vostri cuori sono insensibili e le vostre orecchie sorde. Voi vi opponete sempre allo Spirito Santo: come hanno fatto i vostri padri così fate anche voi.
[52] Qual è il profeta che i vostri padri non hanno perseguitato? Essi uccisero i profeti che annunziavano la venuta di Gesù, il Giusto, quello che voi ora avete tradito e ucciso.
[53] Voi avete ricevuto la legge di Dio per mezzo degli angeli, ma non l' avete osservata!".
[54] Nel sentirlo parlare, quelli che ascoltavano si infuriarono e si agitarono contro Stefano.
[55] Ma egli, pieno di Spirito Santo, fissando gli occhi al cielo, vide lo splendore di Dio e Gesù che stava alla sua destra.
[56] Disse: "Ecco, io vedo i cieli aperti e il Figlio dell' uomo che sta in piedi alla destra di Dio".
[57] Allora si turarono le orecchie e gridarono a gran voce; poi si scagliarono tutti insieme contro Stefano
[58] e lo trascinarono fuori città per ucciderlo a sassate. I testimoni deposero i loro mantelli presso un giovane, un certo Saulo, perché li custodisse.
[59] Mentre gli scagliavano addosso le pietre, Stefano pregava così: "Signore Gesù, accogli il mio spirito".
[60] E cadendo in ginocchio, gridò forte: "Signore, non tener conto di questo loro peccato". Poi morì.