< Atti 20

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[1] Quando la sommossa finì, Paolo radunò i cristiani e li incoraggiò a continuare; quindi li salutò e partì verso la provincia della Macedonia.
[2] Mentre l' attraversava, Paolo esortava continuamente i fedeli con molti discorsi. Finalmente arrivò in Grecia
[3] e vi rimase tre mesi. Mentre stava partendo per la Siria, venne a sapere che alcuni Ebrei avevano preparato un complotto contro di lui. Allora decise di fare il viaggio di ritorno passando di nuovo per la Macedonia.
[4] Lo accompagnava Sòpatro, figlio di Pirro, abitante nella città di Berèa, Aristarco e Secondo di Tessalonica, Gaio di Derbe e Timòteo, Tichico e Tròfimo della provincia dell' Asia.
[5] Questi però partirono prima di noi e ci aspettarono a Tròade.
[6] Noi invece lasciammo Filippi dopo le feste pasquali. Con cinque giorni di viaggio li raggiungemmo a Tròade. Qui restammo per una settimana.
[7] Il primo giorno della settimana ci riunimmo per la celebrazione della Cena del Signore, e Paolo rimase a parlare con i discepoli. Siccome il giorno dopo doveva partire, continuò a parlare fino a mezzanotte.
[8] La stanza dove c' eravamo riuniti si trovava al piano superiore della casa ed era molto illuminata.
[9] Mentre Paolo continuava a parlare, un ragazzo di nome éutico, che si era seduto sul davanzale della finestra, si addormentò. A un certo punto cadde giù dal terzo piano e fu raccolto morto.
[10] Paolo allora scese, si piegò su di lui, lo prese nelle sue braccia e disse: "Calma e coraggio. éutico è vivo!".
[11] Poi risalì nella sala, spezzò il pane e lo mangiò con gli altri. Parlò ancora a lungo e quando spuntò il sole partì.
[12] Intanto quel ragazzo era stato portato a casa sano e salvo, con gran sollievo di tutti.
[13] Noi eravamo partiti per primi, con la nave, ed eravamo andati verso la città di Asso. Qui dovevamo prendere a bordo Paolo. Era stato lui a decidere così, perché voleva fare il viaggio a piedi.
[14] Quando ci raggiunse ad Asso, Paolo salì a bordo con noi e arrivammo nella città di Mitilène.
[15] Il giorno dopo partimmo da Mitilène e arrivammo di fronte a Chio. Con un altro giorno di viaggio arrivammo nella città di Samo, e il giorno dopo giungemmo a Milèto.
[16] Paolo infatti aveva deciso di non fermarsi ad Efeso, per non trattenersi troppo a lungo in Asia. Aveva fretta di arrivare a Gerusalemme, possibilmente per il giorno di Pentecoste.
[17] Trovandosi a Milèto, Paolo fece venire da Efeso i responsabili di quella comunità.
[18] Quando arrivarono, Paolo disse loro: "Voi sapete come io mi sono comportato con voi per tutto questo tempo: dal primo giorno che arrivai in Asia fino a oggi.
[19] Ho lavorato per il Signore con profonda umiltà. Ho sofferto e ho anche pianto. Ho dovuto subire le insidie dei capi ebrei a rischio della vita.
[20] Voi sapete che non ho mai trascurato quello che poteva esservi utile: non ho mai cessato di predicare e di istruirvi sia in pubblico che nelle vostre case.
[21] A tutti, Ebrei e Greci, ho raccomandato con insistenza di cambiar vita, di tornare a Dio e di credere nel Signore nostro Gesù.
[22] "Ed ora, ecco: io devo andare a Gerusalemme senza sapere quel che mi accadrà. è lo Spirito Santo che mi costringe.
[23] Durante tutto questo viaggio lo Spirito Santo mi sta dicendo che mi aspettano catene e tribolazioni.
[24] Tuttavia, quel che più mi importa non è la mia vita, ma portare a termine la mia corsa e la missione che il Signore Gesù mi ha affidato: annunziare a tutti che Dio ama gli uomini.
[25] "Ecco: io sono passato in mezzo a voi annunziando il regno di Dio; ora so che voi tutti non vedrete più il mio volto.
[26] Per questo, oggi, vi dichiaro solennemente che se qualcuno di voi non accoglie il Signore, io non ne ho colpa.
[27] Io infatti non ho mai trascurato di annunziarvi tutta la volontà di Dio.
[28] Badate a voi stessi e abbiate cura di tutti i fedeli: lo Spirito Santo ve li ha affidati e vi ha fatto essere loro pastori. Dio si è acquistata la Chiesa con la morte del Figlio suo, e ora tocca a voi guidarla come pastori.
[29] "Io so che, quando sarò partito, altri verranno fra voi e si comporteranno come lupi rapaci. Essi faranno del male al gregge.
[30] Perfino in mezzo a voi sorgeranno alcuni a insegnare dottrine perverse e cercheranno di tirarsi dietro altri credenti.
[31] Perciò state bene attenti, e ricordate che per tre anni, notte e giorno, non ho mai smesso di esortare ciascuno di voi anche con le lacrime.
[32] "Ed ora, ecco: io vi affido a Dio e alla parola che annunzia il suo amore. Egli ha il potere di farvi crescere nella fede, e di dare a voi quanto ha promesso a quelli che gli appartengono.
[33] Io non ho desiderato né argento né oro, né i vestiti di nessuno.
[34] Voi sapete bene che alle necessità mie e di quelli che erano con me ho provveduto con il lavoro di queste mie mani.
[35] Vi ho sempre mostrato che è necessario lavorare per soccorrere i deboli, ricordandoci di quello che disse il Signore Gesù: "C' è più gioia nel dare che nel ricevere".
[36] Quando ebbe finito di parlare, Paolo si inginocchiò con i responsabili della chiesa di Efeso, e insieme si misero a pregare.
[37] Piangevano tutti, si gettavano al collo di Paolo e lo abbracciavano.
[38] Erano molto tristi, specialmente per quello che Paolo aveva detto: "Voi non mi vedrete più". Poi lo accompagnarono fino alla nave.