< 2 Samuele 12

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[1] Il Signore mandò il profeta Natan da Davide. Natan andò e gli disse: - In una città vivevano due uomini, uno ricco e l' altro povero.
[2] Il ricco aveva pecore e buoi in quantità.
[3] Il povero aveva soltanto una pecorella che aveva comprato e allevato con cura. La pecorella era cresciuta in casa insieme con lui e con i suoi figli. Egli le dava bocconi del suo pane, la faceva bere alla sua tazza, la teneva a dormire accanto a sé. Per lui era come una figlia.
[4] Un giorno, un ospite di passaggio giunse in casa dell' uomo ricco. Per preparargli il pranzo egli si guardò bene dal prendere una delle sue pecore o dei suoi buoi. Portò via la pecorella dal povero e la cucinò per l' ospite.
[5] Davide andò su tutte le furie contro quell' uomo: - Giuro per il Signore, - disse a Natan, - che quell' uomo meriterebbe la morte.
[6] Ha agito senza alcuna pietà: pagherà quattro volte tanto la pecora che ha rubato.
[7] - Quell' uomo sei tu, - gli disse Natan. E aggiunse: - Ascolta quel che ti dice il Signore Dio d' Israele: "Io ti ho consacrato re d' Israele e ti ho liberato dagli attacchi di Saul.
[8] Anzi, ho sottomesso a te la sua famiglia; ho messo nelle tue braccia le sue donne. Ti ho fatto diventare capo del popolo d' Israele e di Giuda. Se ciò non ti bastasse potrei darti altro ancora.
[9] Perché hai disprezzato il Signore e hai fatto il male? Tu hai fatto morire in battaglia Uria l' Ittita. Per prenderti in moglie la sua sposa, hai agito in modo che Uria fosse ucciso dagli Ammoniti.
[10] Poiché tu mi hai disprezzato e hai preso in moglie la sposa di Uria l' Ittita, la tua famiglia sarà per sempre colpita da morti violente".
[11] Natan disse ancora: - Così dice il Signore: "Dalla tua stessa famiglia ti procurerò sventure; sotto i tuoi occhi prenderò le tue mogli e le darò a un tuo parente che si unirà a loro alla luce del sole.
[12] Tu hai agito di nascosto, io invece agirò alla luce del sole, davanti a tutti gli Israeliti".
[13] Dopo queste parole Davide disse a Natan: - Ho peccato contro il Signore! - Il Signore sarà indulgente con il tuo peccato, - rispose Natan. - Tu non morirai;
[14] tuttavia, poiché hai offeso gravemente il Signore, il bambino che ti è nato morirà.
[15] Dopo che Natan se ne fu andato, il Signore colpì con una grave malattia il bambino che la moglie di Uria aveva generato a Davide.
[16] Davide pregò per la vita del bambino: non mangiava nulla, e quando la sera si ritirava, si coricava per terra.
[17] I suoi servi più autorevoli lo pregavano di alzarsi da terra, ma egli rifiutava e non voleva neppure prendere un po' di cibo con loro.
[18] Dopo una settimana il bambino morì. I servi non sapevano come dargli la notizia. Dicevano tra loro: "Non ascoltava i nostri consigli quando il bambino era in vita, se ora gli diciamo che è morto, potrebbe fare un gesto disperato".
[19] Davide si accorse che si consultavano tra loro e capì che il bambino era morto. - è morto? - domandò. - Sì, - gli risposero.
[20] Allora Davide si alzò da terra, si lavò, si profumò e si cambiò gli abiti. Andò nel santuario del Signore a pregare, poi tornò a casa, ordinò il pranzo e mangiò.
[21] I servi gli domandarono: - Come mai, quando il bambino era vivo digiunavi e piangevi e ora che è morto ti sei risollevato e mangi? Non riusciamo a comprendere questo tuo modo di agire.
[22] - Finché il bambino era in vita, - rispose Davide, - digiunavo e piangevo pensando: "Chi sa! forse il Signore avrà pietà e lo farà guarire".
[23] Ora che è morto non ha più senso il mio digiuno: non potrò certo farlo tornare in vita. Sarò io che andrò un giorno da lui, non lui da me.
[24] Davide confortò sua moglie Betsabea. Si unì a lei ed ebbe un altro figlio che chiamò Salomone. Il Signore amò il bambino
[25] e lo fece sapere a Davide per mezzo del profeta Natan. Per questo al bambino fu dato anche il nome di Iedidia (Caro al Signore).
[26] Nel frattempo Ioab attaccò Rabba, capitale degli Ammoniti e s' impadronì della residenza del re.
[27] Mandò messaggeri a Davide per annunziargli: "Mi sono impadronito della parte bassa della città di Rabba.
[28] Raduna il resto dell' esercito e vieni a concludere l' assedio. Altrimenti, se termino io la conquista, la vittoria porterà il mio nome".
[29] Davide radunò l' esercito, partì per Rabba, prese il comando della battaglia e conquistò la città.
[30] La statua del dio degli Ammoniti, Milcom, aveva una corona d' oro che pesava circa trentacinque chili e una pietra preziosa di gran pregio. Davide ne fece un ornamento per la sua corona. Inoltre portò via dalla città un immenso bottino.
[31] Deportò gli abitanti della città, li sottopose a lavori forzati con seghe, picconi e scuri di ferro e li mandò nelle fornaci a fabbricare mattoni. Allo stesso modo trattò le altre città degli Ammoniti; poi ritornò con tutto l' esercito a Gerusalemme.