< 2 Corinzi 11

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[1] Per un attimo vorrei che mi lasciaste parlare come se fossi pazzo. Permettetemelo dunque!
[2] Perché nei vostri riguardi io provo una gelosia che è quella stessa di Dio per il suo popolo. Vi ho promesso in matrimonio a un solo sposo, a Cristo, e intendo presentarvi a lui come una vergine pura.
[3] Temo però che i vostri pensieri si corrompano, e come Eva fu sedotta dalla malizia del serpente, così voi possiate perdere la vostra semplicità e purezza nei riguardi di Cristo.
[4] Infatti, se uno viene ad annunziarvi un Gesù diverso da quello che vi abbiamo annunziato, voi lo accoglierete volentieri. Siete anche disposti a ricevere uno spirito e un messaggio di salvezza diverso da quelli che avete ricevuto.
[5] Ma io sono certo di non essere in nulla inferiore a quei vostri "super-apostoli".
[6] Forse sono inesperto nel parlare, ma non lo sono certo nella conoscenza: ve l' ho dimostrato in molte circostanze e in tutti i modi.
[7] Forse la mia colpa è di essermi abbassato perché voi siate innalzati e di avervi annunziato gratuitamente la parola di Dio.
[8] Ho sfruttato altre chiese accettando da esse il necessario per vivere: ho fatto questo per essere al vostro servizio.
[9] Quando ero tra voi e mi sono trovato privo di denaro, non sono stato di peso a nessuno. Alle mie necessità hanno provveduto i fratelli venuti dalla Macedonia. In qualsiasi circostanza ho fatto molta attenzione, e continuerò a farla per non essere a vostro carico.
[10] Nessuno in tutta la Grecia mi toglierà questo motivo di fierezza. Ve lo assicuro come è vero che Cristo vive in me.
[11] Non dico questo perché non vi voglia bene! Anzi, lo sa Dio quanto vi amo!
[12] Ma continuerò a comportarmi così per togliere ogni pretesto a quelli che vogliono vantarsi ed essere uguali a me.
[13] Non sono altro che falsi apostoli che lavorano con inganno e si fingono apostoli di Cristo.
[14] Non c' è da meravigliarsene, visto che anche Satana finge di essere un angelo.
[15] Quindi non è strano che i suoi aiutanti fingano di essere apostoli leali. Ma la loro fine sarà degna delle loro opere.
[16] Lo ripeto: nessuno mi consideri pazzo. Oppure, se mi credete tale, sopportatemi come si sopporta un pazzo, perché anch' io possa vantarmi un poco.
[17] Quel che vi dico ora, mentre mi vanto, non piacerebbe al Signore; ma lo dico come parlerebbe un pazzo.
[18] Molti si vantano per motivi puramente umani; anch' io mi vanterò.
[19] Del resto, voi che siete saggi siete abituati a sopportare i pazzi.
[20] Infatti sopportate chi vi tratta come schiavi, chi vi divora, chi vi sfrutta, chi vi maltratta e vi prende a schiaffi.
[21] Si vede che io sono stato troppo debole! Lo dico a mia vergogna. A ogni modo, se quelli osano vantarsi di qualcosa (parlo proprio da pazzo), mi vanterò anch' io.
[22] Essi sono Ebrei? Lo sono anch' io! Sono Israeliti? Anch' io! Sono discendenti di Abramo? Anch' io!
[23] Sono servi di Cristo? Ebbene, dirò uno sproposito: io lo sono più di loro. Io ho lavorato più di loro; sono stato in prigione più di loro; sono stato picchiato più di loro. Più di loro ho affrontato pericoli mortali:
[24] cinque volte ho ricevuto le trentanove frustate dagli Ebrei;
[25] tre volte sono stato bastonato dai Romani; una volta sono stato ferito a colpi di pietra; tre volte ho fatto naufragio, e una volta ho passato un giorno e una notte in balia delle onde.
[26] E ancora: lunghi viaggi a piedi, pericoli di fiumi, pericoli di briganti, pericoli da parte degli Ebrei e dei pagani, pericoli nelle città, nei luoghi deserti e sul mare, pericoli da parte dei falsi fratelli.
[27] Ho sopportato duri lavori ed estenuanti fatiche; ho trascorso molte notti senza potere dormire; ho patito la fame e la sete; parecchie volte sono stato costretto a digiunare; sono rimasto al freddo e non avevo di che coprirmi.
[28] E, oltre a tutto questo, ogni giorno ho avuto il peso delle preoccupazioni per tutte le comunità.
[29] Se qualcuno è in difficoltà, io soffro con lui. Se qualcuno è debole nella fede, io sono tormentato per lui.
[30] Se proprio bisogna vantarsi, io mi vanterò della mia debolezza.
[31] Dio, il Padre di Gesù Cristo, nostro Signore, - sia benedetto in eterno, - sa che dico la verità.
[32] Quando ero a Damasco, il governatore rappresentante del re Areta aveva fatto mettere delle guardie alle porte della città per catturarmi.
[33] Ma da una finestra io fui calato in una cesta all' esterno delle mura e così gli sfuggii di mano.