< 2 Cronache 20

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[1] Dopo questi fatti, i Moabiti e gli Ammoniti, con rinforzi di Meuniti, attaccarono Giosafat.
[2] Fu portata al re questa notizia: "Un esercito enorme marcia contro di te. è venuto dall' altra sponda del mar Morto, dal territorio di Edom. Ora si trova a Cazazon-Tamar, cioè a Engaddi".
[3] Giosafat ebbe paura e decise di rivolgersi al Signore. Ordinò un digiuno in tutto il territorio di Giuda.
[4] Gli abitanti si radunarono da tutte le città per chiedere aiuto al Signore, vennero a Gerusalemme da ogni località di Giuda
[5] e si raccolsero in assemblea davanti al tempio. Giosafat si mise in piedi, in faccia al cortile nuovo del tempio,
[6] e pregò così: "Signore, Dio dei nostri padri, tu solo sei Dio in cielo. Tu solo domini su tutti i regni e i popoli. Tu sei forte e potente: nessuno può opporsi a te.
[7] Tu, nostro Dio, hai cacciato gli antichi abitanti di questo paese per far posto a Israele tuo popolo e hai donato per sempre questa terra ai discendenti di Abramo, tuo amico.
[8] Qui essi si sono stabiliti e qui hanno costruito il tempio a te consacrato. Infatti dicevano:
[9] Se verrà una sciagura o il castigo di una guerra o la peste o la carestia, noi verremo davanti a te in questo tempio, perché qui tu manifesti la tua presenza, grideremo a te nella nostra disgrazia e tu ci ascolterai e ci salverai".
[10] Ora siamo attaccati dagli Ammoniti, dai Moabiti e dagli Edomiti. Quando i nostri padri vennero dall' Egitto, tu non hai permesso loro di passare attraverso le terre di questi popoli. Gli Israeliti fecero un percorso più ampio e non li distrussero.
[11] Ecco come ora ci ricompensano: vengono per scacciarci dalla nostra terra, quella che tu hai dato in possesso a noi.
[12] O Dio nostro, se non intervieni contro di loro, non abbiamo forza sufficiente di fronte a questo esercito enorme che viene contro di noi. Non sappiamo che cosa fare: ci rivolgiamo a te!".
[13] Tutti gli abitanti di Giuda stavano in preghiera davanti al Signore, comprese le donne con i loro figli e i bambini piccoli.
[14] Mentre l' assemblea era riunita, lo spirito del Signore scese su Iacaziel, un levita del gruppo di Asaf, discendente da Zaccaria, Benaia, Ieiel, e Mattania.
[15] Egli disse: "Voi tutti, abitanti di Gerusalemme e di Giuda, e tu, re Giosafat, ascoltate quel che dice il Signore: "Non temete e non perdetevi di coraggio di fronte a questo immenso esercito: non sarete voi a combattere, ma Dio stesso.
[16] Domani i vostri nemici avanzeranno per la salita di Ziz. Voi andrete loro incontro e li raggiungerete in fondo alla valle, di fronte al deserto di Ieruel.
[17] Ma non toccherà a voi combatterli. Fermatevi là, schierati per l' attacco, e vedrete come il Signore vi salverà. Uomini di Gerusalemme e di Giuda, non temete e non perdetevi di coraggio: domani andate contro i vostri nemici e il Signore sarà con voi".
[18] A queste parole Giosafat si gettò con la faccia a terra. Anche tutti gli abitanti di Gerusalemme e Giuda si inchinarono profondamente per adorare il Signore.
[19] Poi i leviti dei gruppi di Keat e di Kore si alzarono per lodare ad alta voce il Signore Dio d' Israele.
[20] Il mattino dopo l' esercito di Giuda si mosse verso la zona desertica di Tekoa. Prima della partenza, Giosafat parlò alle truppe: "Uomini di Gerusalemme e di Giuda, ascoltatemi. Contate sulla forza del Signore vostro Dio e troverete forza. Fidatevi della parola dei suoi profeti e avrete successo".
[21] Giosafat si mise d' accordo con le truppe e mandò davanti allo schieramento i cantori, vestiti con i paramenti sacri, perché lodassero il Signore con il canto: "Lodate il Signore perché eterno è il suo amore".
[22] Nel momento stesso in cui i cantori iniziarono l' acclamazione di lode, il Signore sconvolse di sorpresa Ammoniti, Moabiti ed Edomiti che stavano marciando contro l' esercito di Giuda. Cominciarono a combattersi tra di loro.
[23] Ammoniti e Moabiti si lanciarono contro gli Edomiti fino ad ucciderli e sterminarli tutti; quando gli Edomiti furono finiti, gli altri si misero a massacrarsi tra di loro.
[24] Intanto gli uomini del regno di Giuda erano giunti sulla collina dalla quale si poteva vedere il deserto. Essi guardavano dove si trovava l' esercito nemico e non videro altro che cadaveri stesi a terra: non c' era nessun superstite.
[25] Giosafat scese con il suo esercito a raccogliere il bottino. Presero molti animali da soma, viveri, vestiti e oggetti preziosi. Stettero là tre giorni a raccogliere bottino, ma era tanto abbondante che non poterono portar via tutto.
[26] Il quarto giorno si radunarono nella valle di Beraca (la valle della Benedizione) per benedire il Signore. Per questo quella località fu chiamata così e ha ancor oggi questo nome.
[27] Alla fine, Giosafat, alla testa dei soldati di Gerusalemme e di Giuda, tornò a Gerusalemme pieno di gioia. Il Signore aveva reso felici tutti, facendoli trionfare sui nemici.
[28] Entrarono in città al suono delle trombe, delle arpe e delle cetre e si diressero al tempio.
[29] Quando, nei regni stranieri, si seppe che il Signore aveva liberato Israele dai suoi nemici, tutta la terra ebbe timore di Dio.
[30] Il regno di Giosafat fu tranquillo e Dio gli concesse pace su tutte le frontiere.
[31] Giosafat era diventato re di Giuda all' età di trentacinque anni. Regnò venticinque anni a Gerusalemme. Sua madre si chiamava Azuba ed era figlia di Silchi.
[32] Giosafat seguì la via tracciata da suo padre Asa e fece sempre la volontà del Signore.
[33] Tuttavia i santuari sulle colline non furono eliminati e il popolo non fu sempre fedele al Dio dei suoi padri.
[34] Gli altri fatti della vita di Giosafat, dal principio alla fine, sono raccontati nella "Storia di Ieu figlio di Canani", che fa parte del libro "I re d' Israele".
[35] Giosafat fece anche un accordo con Acazia re d' Israele, un re malvagio.
[36] L' accordo riguardava la costruzione di navi d' alto mare. Le navi furono costruite a Ezion-Gheber.
[37] Ma il profeta Eliezer figlio di Dodava, del villaggio di Maresa, disse a Giosafat: "Tu hai voluto fare un accordo con Acazia, ma il Signore manderà a vuoto i tuoi progetti" Infatti le navi si sfasciarono e non poterono prendere il mare.