< 1 Re 18

Listen to this chapter • 7 min
[1] Qualche tempo dopo, durante il terzo anno di siccità, il Signore diede quest' ordine ad Elia: "Presentati al re Acab, perché sto per far cadere la pioggia sulla terra".
[2] Elia andò dal re Acab. La carestia colpiva duramente la regione di Samaria.
[3] Acab, perciò, aveva convocato Abdia, il responsabile del palazzo. Questo Abdia era una persona profondamente fedele al Signore.
[4] Infatti, quando Gezabele aveva sterminato i profeti del Signore, Abdia ne aveva salvati cento. Cinquanta li aveva nascosti in una caverna e cinquanta in un' altra e aveva procurato loro cibo e acqua.
[5] Acab ordinò dunque ad Abdia: "Esplora tutte le sorgenti e i corsi d' acqua della regione; se almeno lì si troverà erba per tenere in vita cavalli e muli, non si dovrà uccidere una parte delle bestie".
[6] Poi Acab e Abdia si divisero le zone del territorio da esplorare e partirono ognuno in direzione diversa.
[7] Mentre Abdia era in cammino, all' improvviso vide Elia venirgli incontro. Lo riconobbe, si inchinò fino a terra e gli disse: - Sei proprio tu, Elia, mio signore?
[8] - Sono io, - rispose Elia. - Va' a riferire al tuo padrone che mi hai visto qui.
[9] - Che cosa ho fatto di male? - chiese Abdia. - Vuoi proprio che Acab mi uccida?
[10] Com' è vero che il Signore, il tuo Dio, vive, non c' è nazione o regno della terra in cui il re Acab non ti abbia fatto cercare! Quando rispondevano che non c' eri, Acab pretendeva addirittura un giuramento!
[11] Come puoi chiedermi di dire ad Acab che tu, Elia, sei qui?
[12] Quando io me ne sarò andato, lo spirito del Signore ti trasporterà non so dove. Io intanto andrò a dire ad Acab quel che mi hai detto; lui non ti troverà e mi ucciderà. Eppure sono stato fedele al Signore fin da ragazzo!
[13] Non hai saputo che, quando Gezabele ha sterminato i profeti del Signore, io ne ho salvati cento? Li ho nascosti, cinquanta in una grotta e cinquanta in un' altra, e ho procurato loro viveri ed acqua.
[14] E ora tu mi chiedi di dire al re che ti ho visto qui? Certamente mi ucciderà!".
[15] Elia gli rispose: - Com' è vero che il Signore dell' universo vive, io, suo servo, ti assicuro che oggi stesso mi farò vedere dal re!
[16] Abdia raggiunse Acab e gli raccontò tutto. Acab si mise in cammino per andare da Elia.
[17] Appena lo vide, gridò: - Sei tu la causa di tutte le disgrazie d' Israele!
[18] Elia rispose: - Non sono io! La causa delle disgrazie d' Israele siete voi, tu e la tua famiglia, perché avete smesso di osservare i comandamenti del Signore e avete adorato gli idoli di Baal!
[19] Ora fai riunire tutto il popolo d' Israele intorno a me sul monte Carmelo e convoca i quattrocentocinquanta profeti del dio Baal e i quattrocento della dea Asera, i protetti della regina Gezabele.
[20] Acab riunì gli Israeliti e i profeti sul monte Carmelo.
[21] Elia si avvicinò al popolo e cominciò a parlare: - Fino a quando ondeggerete senza decidervi? Se il Signore è Dio, servitelo; ma se il Dio è Baal, servite lui! Il popolo non disse una parola.
[22] Elia riprese a parlare: Sono rimasto solo io, sono l' unico profeta del Signore, mentre quelli di Baal sono quattrocentocinquanta.
[23] Portateci due tori. I profeti di Baal ne sceglieranno uno, lo faranno a pezzi e lo metteranno sulla legna sopra l' altare, senza però darvi fuoco. Io preparerò l' altro, lo metterò anch' io sulla legna, ma non accenderò il fuoco.
[24] Voi invocherete i vostri dèi e io invocherò il Signore. Il vero Dio sarà quello che risponderà mandando il fuoco! Il popolo rispose: - Siamo d' accordo!
[25] Elia disse ai profeti di Baal: - Scegliete un toro e cominciate voi per primi, perché siete più numerosi. Invocate i vostri dèi, ma non accendete il fuoco.
[26] Essi presero il toro, lo prepararono e invocarono Baal, dal mattino fino a mezzogiorno. Gridavano: "Baal, ascoltaci"; ma la sola risposta fu il silenzio. Fecero anche delle danze sacre attorno all' altare che avevano costruito.
[27] Verso mezzogiorno, Elia cominciò a prenderli in giro: "Gridate più forte, perché Baal è un dio! è occupato! oppure ha dovuto assentarsi un momento! si è messo in viaggio! dorme! svegliatelo!".
[28] I profeti di Baal si misero a gridare più forte. Secondo il loro rituale, si fecero dei tagli sul corpo con spade e lance, fino a far uscire il sangue.
[29] Nel pomeriggio parlarono in estasi fino all' ora del sacrificio, ma non udirono nessuna voce e non ebbero alcun cenno di risposta.
[30] A quel punto Elia disse al popolo: "Avvicinatevi tutti". La gente si raccolse intorno a lui ed egli si mise a riparare l' altare del Signore che era stato distrutto.
[31] Prese dodici pietre, una per ogni tribù dei discendenti di Giacobbe (al quale il Signore aveva dato il nome di "Israele").
[32] Con queste pietre ricostruì l' altare dedicato al Signore. Poi, tutt' intorno, scavò un fosso che poteva contenere due vasi di granaglie.
[33] Collocò la legna sull' altare, tagliò il toro e lo depose sulla legna.
[34] Poi ordinò: "Riempite quaranta vasi d' acqua e versatela sull' offerta e sulla legna". Lo ripeté per tre volte e per tre volte gli Israeliti eseguirono il suo ordine.
[35] L' acqua scorreva intorno all' altare e il fosso si riempì.
[36] All' ora del sacrificio pomeridiano, il profeta Elia si avvicinò all' altare e pregò: "Signore, Dio d' Abramo, d' Isacco e d' Israele! è venuto il momento! Fa' vedere a tutti che tu sei Dio in Israele, che io sono il tuo servo e che ho fatto tutto questo per ordine tuo.
[37] Ascoltami, Signore! Così questo popolo capirà che tu solo, o Signore, sei Dio e che ora conduci di nuovo Israele ad esserti fedele".
[38] Il Signore mandò un fuoco che consumò l' offerta, la legna, persino le pietre e la terra all' intorno, e prosciugò il fosso.
[39] Il popolo vide tutto questo. Si inchinarono con la faccia a terra e gridarono: "Il Signore è Dio! è lui il vero Dio".
[40] Elia ordinò: "Prendete i profeti di Baal! Non lasciatene scappare neppure uno!". Essi li presero, ed Elia li portò al torrente Kison e li sgozzò.
[41] Elia disse ad Acab: "Ora va' pure a mangiare e bere, perché si sente già il rumore della pioggia".
[42] Acab andò, mentre Elia salì sulla cima del monte Carmelo. Si inchinò fino a terra, con la testa fra le ginocchia.
[43] Poi ordinò al suo servitore: "Va' a guardare in direzione del mare". Il servo andò, ma poi tornò a dire a Elia: "Non c' è niente". Per sette volte Elia mandò il servitore a guardare.
[44] La settima volta rispose: "Una piccola nube, non più grande del palmo di una mano, sta salendo dal mare". Allora Elia gli disse: "Va' dal re Acab e digli di attaccare subito i cavalli ai carri e di partire, per non essere fermato dalla pioggia".
[45] Nel frattempo il cielo si era riempito di nuvole scure e il vento si era messo a soffiare. Poi cominciò a piovere a dirotto. Acab tornò con il suo carro nella città di Izreel.
[46] Elia sollevò la veste fino alla vita e, sostenuto dalla potenza del Signore, corse fino all' ingresso di Izreel, davanti ad Acab.